La primavera è la stagione che fa venire voglia di mare e quindi di pesca, specialmente dalla barca.
Ci viene voglia di pescare a bolentino, a traina, perché no, anche con il palamito.
Questo attrezzo speciale, consente di catturare un gran numero di prede anche di taglia notevole, sia di pesce bianco come dentici, saraghi, orate, pagelli, che per il pesce di fondo, come gallinelle, scorfani rossi, gronghi eccetera.
La tecnica del palamito è diffusissima in tutti i mari che bagnano la nostra penisola, ma in modo particolare, in Toscana in Liguria e nelle isole maggiori dove il mare è subito profondo e ben si presta a questa tecnica. I palamiti possono essere sia di tipo leggero, ovvero armati con madre lenze e braccioli di monofilo di nylon, che di tipo medio, armati con il cordino di nylon e braccioli di monofilo
LA COSTRUZIONE DEL PALAMITO
Il palamito è costituito essenzialmente da una lunga lenza, che varia dalle poche, alle molte centinaia di metri di lunghezza; da una serie di braccioli fissati a distanze ben determinate sulla stessa madre per tutta la sua lunghezza; da un numero di ami (massimo 200) fissati ad ogni bracciolo e da un contenitore di varia forma, la cui funzione è quella di raccogliere tutte le lenze montate, gli ami e le esche al momento della preparazione e dell’uso.
Buon ultimo, ma non per diffusione, il Palamitofacile, un attrezzo nato per i dilettanti ma arrivato presto agli onori della cronaca per praticità, facilità d’uso e grande potere pescante.
Tornando al nostro attrezzo artigianale, per realizzarlo occorre il contenitore, che dovrà raccogliere le lenze.
Questo, può essere a forma di cassetta, con la relativa mensola porta esche, oppure a forma di circolare (coffa), con la mensola a forma di anello.
LA GRANDE SODDISFAZIONE – COSTRUIRSELO DA SOLI
Quest’ultima forma, è quella più scelta. Per la lenza madre, sceglieremo un cordino, oppure per il monofilo.
La differenza tra i due sta nel fatto che il cordino di nylon è più maneggevole, si cala e si recupera in modo più agevole rispetto al monofilo, ma è necessario calarlo su profondità di oltre 30 metri, per mantenere un buon potere pescante.
Il monofilo invece, è meno visibile nell’acqua, ma si manipola peggio rispetto al cordino.
E poi, si imbroglia più facilmente.
Procedendo per gradi quindi, a chi intraprende quest’affascinante tecnica, consigliamo il classico palamito di cordino che, se preparato in un certo modo, e calato come si deve, darà sicuramente i suoi grandi frutti.
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Luigi Mosso è un appassionato esperto di fai da te e un convinto sostenitore dei diritti dei consumatori. Attraverso il suo sito web, si dedica a fornire guide dettagliate e consigli pratici per aiutare sia i neofiti che gli esperti del fai da te a perfezionare le loro abilità, e per informare i consumatori su come prendere decisioni informate e sostenibili.