Nella nostra panoramica tra fiori e piante, oggi parliamo della barbabietola rossa, un ortaggio poco utilizzato, ma che meriterebbe di essere rivalutato nella scelta delle piante da inserire in un orto in quanto può essere molto utile in cucina. Come tutte le barbabietole, quella rossa da orto deriva dalla specie selvatica Beta vulgaris che è originaria del bacino del Mediterraneo e delle regioni aride dell’Asia centrale e del Medio Oriente. Da queste zone si è diffusa verso Oriente e verso Occidente fino al Mare del Nord. E’ una specie divenuta molto adattabile grazie all’abilità dell’uomo che è riuscito a ottenere, con la selezione continua, molteplici e durevoli varietà. Già all’epoca degli antichi Greci e dei Romani si coltivavano la barbabietola rossa e quella bianca, piante allora utilizzate sia per l’alimentazione umana che come foraggio per gli animali. La varietà bianca divenne successivamente quella utilizzata per la produzione dello zucchero. Le diverse specie producono facilmente ibridi fra di loro, infatti in un campo di barbabietole da zucchero a polpa bianca, non è raro trovare alcune piante con la polpa rosa-chiara o zonata di rosso. Per quanto riguarda le cure colturali bisogna tenere conto che questa Chenopodiacea è una pianta biennale ma può giungere a fioritura già durante il primo anno se è seminata con buon anticipo, con temperature molto basse all’inizio del suo sviluppo.
Se posta in ambienti esterni ama un clima temperato e un terriccio fertile, sciolto e fresco, ricco di sostanza organica a reazione neutra o leggermente alcalina. Il seme è contenuto in numero variabile (2-4) in glumeroli (fruttescenze) rotondeggianti, angolosi e grinzosi; per questo motivo quando è il momento di preparare l’orto le piantine vanno obbligatoriamente diradate. La barbabietola rossa si può seminare anche in giugno, disponendola su fila continua; quando ha sviluppato 4-5 foglie va diradata alla distanza di circa 8-15 centimetri. Più c’è distanza tra le piante, più le radici hanno una maggior pezzatura, ma bisogna tener presente che se superano i 10 cm la loro polpa diventa fibrosa e dura da cuocere. Le innaffiature devono essere quotidiane e per facilitarne la crescita è consigliabile una concimazione del terreno, possibilmente con prodotti organici. La raccolta si effettua tra i 70 ed i 150 giorni dalla semina a seconda della precocità della stessa. Per un consumo immediato si possono raccogliere le radici a qualsiasi stadio di crescita. Per la conservazione la raccolta inizia a completo sviluppo e quando le foglie iniziano ad appassire. Le radici, una volta private delle foglie al colletto, possono essere conservate facilmente in magazzini con temperature non superiori a 5-10 °C, in cumuli o cassoni, coperte di sabbia o torba o segatura, mantenute umide durante tutto il periodo della conservazione. La radice della barbabietola rossa è notoriamente ricca di sali minerali, ha un buon contenuto di vitamine, contiene amido e zuccheri. Viene consumata dopo cottura al vapore o al forno, soprattutto in insalata e più raramente nelle minestre o in umido. Le sue radici, raccolte anche crude, sono perfette in insalate miste con carote, sedano rapa e daykon. Alcuni utilizzano anche le foglie tenere crude in insalate miste o cotte come le bietole verdi.
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Luigi Mosso è un appassionato esperto di fai da te e un convinto sostenitore dei diritti dei consumatori. Attraverso il suo sito web, si dedica a fornire guide dettagliate e consigli pratici per aiutare sia i neofiti che gli esperti del fai da te a perfezionare le loro abilità, e per informare i consumatori su come prendere decisioni informate e sostenibili.